Attività 2: Metodiche innovative per l'analisi dei reperti

 

Anche in questa seconda fase del progetto per la realizzazione degli obiettivi previsti si è fatto ricorso all’impegno di ricercatori e tecnici laureati dell’Università di Siena, coadiuvati, nella fase di sopralluogo, da studenti impegnati nelle previste attività didattiche di supporto ai curricoli formativi. L’impiego esclusivo di personale interno da parte dell’Università si è reso necessario in considerazione della tempistica imposta dal progetto, che non ha consentito ancora l’avvio delle previste borse di studio e di contratti ad hoc.

L’attività 2 dell’obiettivo 2 concerne la messa a punto di metodiche innovative per l’analisi del territorio e dei reperti insieme con nuovi approcci per l’analisi dei dati provenienti da diverse matrici ambientali, allo scopo di ottenere informazioni storiche sulle attività estrattive e industriali pregresse delle Colline Metallifere.
In particolare in questa fase sono state effettuate una serie di misure sui suoli attraverso tecniche innovative di analisi come la fluorescenza di raggi-X (XRF) accoppiata all’analisi classica. Inoltre sono stati effettuati studi su reperti analizzando gli elementi metallici in tracce per individuare il loro uso e capirne la provenienza.
Il primo approccio metodologico riguarda lo sviluppo di una mappatura territoriale di elementi traccianti delle attività minerarie attraverso l’uso di uno strumento XRF portatile che consente una analisi di dettaglio di aree anche difficilmente accessibili.
Il primo sito studiato in questo ambito è stato quello del Castello di Cugnano (GR).
In particolare, in questi ultimi anni è stato evidenziato che l’arsenico insieme ad altri metalli può svolgere un ruolo molto importante nello studio delle attività estrattive di epoca preindustriale e industriale.
Il secondo approccio riguarda lo studio dei reperti recuperabili in contesti minerari e la loro analisi attraverso tecniche innovative per l’ottenimento dei dati e attraverso analisi statistiche multiparametriche; con il termine “reperto” si è inteso ricomprendere anche strutture o porzioni delle stesse che abbiano rivestito un ruolo all’interno di processi produttivi.
Per quanto riguarda l’approccio della “mappatura territoriale”, in questa fase è stata realizzata una attività di ricognizione delle ricerche che sono state effettuate a livello locale e a livello internazionale.
Contestualmente, in parallelo ai sopralluoghi di carattere storico-archeologico, è stato impostato ed è in corso di realizzazione uno studio pilota per la verifica della potenzialità diagnostiche della distribuzione dell’arsenico nelle matrici ambientali come elemento tracciante di attività archeo-minerarie in aree chiave del territorio delle Colline Metallifere.
L’analisi della distribuzione dell’Arsenico nei suoli e nei sedimenti fluviali può svolgere un ruolo di grande interesse in due direzioni:
1) in primo luogo, effettuando delle ricerche su larga scala, essa permette di determinare un quadro unitario delle aree che sono state oggetto di attività minerarie. Questo tipo di indagine ha dimostrato grande potenzialità per l’analisi dei siti e anche se necessità di ulteriori verifiche, promette un elevato grado di accuratezza.
2) in secondo luogo, effettuando delle ricerche mirate su siti particolari, dalla distribuzione dell’arsenico all’interno della aree minerarie riteniamo che sia possibile ottenere delle informazioni dettagliate sulla localizzazione di specifiche  attività produttive (ad esempio attività di riduzione del minerale, di forgia, ecc.) in relazione alla presenza di strutture di incerta attribuzione funzionale, ottenendo così indicazioni sia sulle metodiche di lavorazione o di estrazione che, in ultima analisi, sulla natura stessa delle strutture analizzate.